Analisi – di Marco Baratto
In occasione della Giornata Internazionale del Risparmio, la Banca Centrale del Congo (BCC) ha ricordato i tre motivi fondamentali per cui si risparmia: la precauzione, il finanziamento dei progetti e la trasmissione intergenerazionale. Tre pilastri classici, certo, ma che nel contesto congolese assumono oggi un significato politico e strategico del tutto nuovo.
Sotto l'impulso del nuovo governatore André Wameso, e in continuità con la visione del presidente Félix Tshisekedi, il risparmio non è più soltanto una virtù personale: diventa uno strumento di sovranità nazionale.
Una nomina che segna una svolta
La nomina di André Wameso alla guida della BCC, nel luglio 2025, rappresenta un punto di svolta nella politica economica della Repubblica Democratica del Congo. Laureato in ingegneria commerciale e gestione finanziaria all'Università Cattolica di Lovanio, con oltre venticinque anni di esperienza nel settore bancario e finanziario, Wameso incarna la nuova generazione di tecnocrati africani: competenti, formati a livello internazionale, ma profondamente legati alla missione nazionale.
La sua carriera – dal settore privato (Rawbank, gruppo Dexia) alla funzione pubblica come vice capo di gabinetto del presidente Tshisekedi – testimonia la volontà del governo congolese di affidare le istituzioni economiche a figure capaci di coniugare rigore tecnico e coscienza patriottica.
In un Paese ricchissimo di risorse ma ancora povero di capitale reale, la sfida non è più solo quella di stabilizzare la moneta o contenere l'inflazione: si tratta di rifondare un'economia sovrana, fondata sul risparmio interno e sull'investimento nazionale.
Il risparmio come atto politico
Tradizionalmente, il risparmio è percepito come un gesto individuale: tutelarsi dagli imprevisti, finanziare i propri progetti, trasmettere un capitale ai figli.
Ma nel nuovo discorso della BCC, queste tre dimensioni assumono un valore politico e collettivo.
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La precauzione diventa la metafora della resilienza nazionale: proteggersi dai shock esterni e ridurre la dipendenza da aiuti condizionati.
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Il finanziamento dei progetti si trasforma in autonomia produttiva: utilizzare il risparmio interno per sostenere lo sviluppo reale.
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La trasmissione intergenerazionale diventa un progetto di civiltà: costruire un'economia sostenibile che le generazioni future erediteranno come strumento di dignità e potere, non come fardello.
Risparmiare, dunque, non è più soltanto una scelta economica, ma un atto di indipendenza politica. Significa affermare che la moneta, il credito e la ricchezza nazionale non devono più essere determinati da poteri esterni, ma gestiti in funzione dell'interesse del popolo congolese.
Sovranità monetaria e indipendenza politica
Nel cuore di questa riflessione emerge una verità centrale: non esiste indipendenza politica senza sovranità monetaria. Per decenni, la storia africana è stata segnata da una dipendenza finanziaria strutturale: i bilanci nazionali vincolati ai prestiti internazionali, le monete legate al dollaro o all'euro, le politiche economiche orientate dai centri decisionali occidentali.
La BCC di Wameso vuole invertire questa logica. Stabilizzare la moneta, rafforzare la fiducia pubblica, modernizzare il sistema bancario e canalizzare il risparmio verso i settori produttivi non sono meri obiettivi tecnici: sono i fondamenti della libertà politica.
Una moneta stabile e rispettata è il primo passo verso uno Stato che può decidere da sé, finanziare i propri progetti e definire il proprio destino.
L'Africa riscrive il proprio racconto
Ciò che accade oggi nella RDC passa quasi inosservato nei media occidentali, ancora prigionieri del mito di un'Africa dipendente, fragile e incapace di autogoverno.
Eppure, nel silenzio, sta nascendo un'altra realtà: un'Africa che si autodetermina, che pianifica, che costruisce istituzioni solide e classi dirigenti preparate.
Wameso rappresenta questa nuova élite africana: formata all'estero, ma al servizio della propria sovranità. Non più esecutori delle raccomandazioni del Fondo Monetario o della Banca Mondiale, ma architetti di una via africana allo sviluppo.
Non è chiusura, ma emancipazione. Perché l'Africa non è condannata a restare "l'officina delle materie prime" del mondo: può diventare il laboratorio della sovranità del XXI secolo.
La disciplina come fondamento della libertà
Il risparmio, in fondo, è anche una scuola di disciplina collettiva. Significa saper rinunciare all'immediato per costruire un futuro solido. È un atto di fiducia e di responsabilità.
La BCC, sotto la guida di Wameso, dovrà conquistare la fiducia dei cittadini, estendere la bancarizzazione, integrare l'economia informale e trasformare il franco congolese da simbolo di fragilità a strumento di potenza e stabilità.
Uno sguardo europeo, da amico e da testimone
Da osservatore europeo, è difficile non vedere in questa evoluzione un segnale forte: l'Africa non chiede più approvazione, ma riconoscimento.
L'atteggiamento paternalista dell'Occidente, fondato su un pregiudizio di superiorità, rappresenta una forma di razzismo sistemico che nega all'Africa la capacità di governarsi.
La RDC dimostra il contrario: un'Africa capace di competenza, coerenza e visione.
Il cammino sarà lungo, ma la direzione è tracciata.
"Una nazione che risparmia con responsabilità semina, nel silenzio, i frutti della sua sovranità."
Questa frase riassume il momento congolese: il risparmio come atto di libertà, la moneta come strumento di potere, la sovranità economica come condizione dell'indipendenza politica.
Con Wameso e Tshisekedi, la RDC non costruisce solo un sistema bancario moderno: costruisce una nuova Africa – consapevole, disciplinata, ambiziosa e, soprattutto, libera.
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